Il 57enne pordenonese Mauro Baron è l’attuale Direttore Tecnico delle Nazionali olimpiche di canoa: velocità, slalom e paracanoa. Talent scout del settore, attraverso gli insegnamenti di questo ‘prof’ sono germogliate eccellenze quali Daniele Molmenti (oro alle Olimpiadi londinesi 2012, attualmente in forza al Gruppo Sportivo della Forestale) e Andrea Romeo (campione Europeo 2008, milita nel Gs della Marina Militare), entrambi forgiatisi nel vivaio del Gruppo Kayak Canoa di Cordenons, società sportiva di cui Baron è stato l’iniziale tecnico. Ma l’incarico Azzurro non è l’unico ‘campo di battaglia’ di Baron.
– Mauro, a livello locale su quali progetti stai lavorando?
‘Con lo staff tecnico del Gkc Cordenons intendiamo ribadire la ‘mission’ dell’associazione, che consiste nella promozione della canoa tra i giovanissimi, per poi avviarli nel mondo degli adulti. Il progetto correlato si chiama ‘Giocanoa’, perché si basa sul piacere di scoprire il proprio corpo calandolo all’interno di una imbarcazione, giocando e divertendosi, alla scoperta dell’ambiente fluviale. Da quest’anno si è aggiunto il nuovo programma denominato ‘Federazione + Ente = progetto vincente!’, che si rivolge a coloro che vogliono transitare dalla fase ludica alla pratica agonistica. Entrambi i progetti hanno per partner la Federazione e il Centro Libertas di Pordenone. L’avviamento e l’approccio didattico di ‘Giocanoa’ viene promosso nell’incantevole lago della Burida, sull’accogliente sponda di Porcia. Abbiamo inoltre alleati storici in alcune scuole con le quali proponiamo la canoa in orario didattico. In tal senso, l’istituto Vendramini di Pordenone è il nostro fiore all’occhiello’.
– In quali luoghi state esercitando queste attività?
‘Le nostre canoe sono presenti sopratutto nel lago della Burida, ma anche sui tratti cittadini di Pordenone e Cordenons del fiume Noncello. Inoltre non si disdegna una trasferta in canali artificiali e fiumi importanti italiani e delle vicine Austria e Slovenia, fino ad arrivare a Bratislava, precisamente Cunovo, che è poi il Maracanà della canoa slalom mondiale’.
– Chi è il ‘target’ dei vostri progetti?
‘Nel 2014 abbiamo coinvolto oltre centocinquanta giovani, compresi tra gli 8 e i 12 anni, tramite iniziative promozionali in sinergia con altre società sportive Libertas che praticano differenti discipline, prima fra tutte il Judo Villanova di Pordenone. Ma intendiamo coinvolgere anche agli istituti superiori’.
– Quali sono gli ostacoli di fondo?
‘Le difficoltà sono ancora legate alla cronica mancanza di una sede dignitosa da ritagliare sulla riva di un fiume o un lago. Una struttura attrezzata è la promessa (rimasta solo sulla carta, ndr) che tutti gli amministratori locali ci hanno sempre fatto alla luce dei risultati internazionali conseguiti dai nostri atleti da trent’anni a questa parte. Senza una sede, dotata di un deposito per le imbarcazioni e uno spogliatoio, viene di fatto limitata l’adesione ai progetti da parte delle Direzioni didattiche. Per risolvere il problema c’è bisogno di persone di buon senso e capacità operativa nei posti che contano’.
– Nel Friuli Occidentale non esistono impianti specifici per la canoa. Potenzialmente, ci sarebbero luoghi che potrebbero essere deputati allo scopo?
‘La canoa fluviale aveva in Valcellina un teatro naturale per le gare di slalom e discesa, ma una serie di difficoltà ambientali hanno relegato il torrente Cellina per le sole discese amatoriali. La soluzione per un impianto agonistico rimane il canale artificiale, che ha un fattore limitante nel costo iniziale, ovvero un minimo di 6 milioni di euro. L’ambiente ideale per la sua costruzione sarebbe però al di fuori della provincia pordenonese, cioè nei pressi delle spiagge, poiché diventerebbe un’attrazione turistica, offrendo nel contempo alle squadre in allenamento nei mesi invernali un’offerta alberghiera già pronta e raggiungibile, grazie alla rete autostradale e ai due aeroporti di Venezia e Ronchi dei Legionari’.