Lo sport, attraverso i suoi valori etici, interviene sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile garantendo una vita sana e promuovendo il benessere di tutti, favorendo una istruzione di qualitàuguaglianza di genere e crescita economica.

Ma per riuscire a determinare le azioni che ci consentano di contribuire a questa visione di sviluppo sostenibile, dobbiamo partire dalla situazione post pandemica.

Lo sport tramite il contatto con il proprio corpo e l’incontro con gli altri, permette a coloro che si sono persi nel disagio della malattia e della dipendenza di riappropriarsi della fiducia in sé stessi.

Sono molti gli indicatori che mostrano come una delle categorie più penalizzate dalla pandemia sia stata quella delle donne: hanno avuto maggiori problemi sul lavoro perché occupate in settori più colpiti, si sono spesso fatte carico di compiti aggiuntivi durante il lockdown sostituendosi in tanti casi agli insegnanti, o facendosi carico di parenti bisognosi di cura.

Interrogarsi sugli effetti socio-economici generati dall’emergenza Covid non può prescindere inoltre dal considerare la rilevanza assunta dal fenomeno emergente delle “nuove povertà”. Fenomeno che ben identifica i contorni di quella “pandemia sociale” messa in moto e accelerata dal virus, che ha finito per tradursi in una forma inedita, e a tratti estrema, di “contagio nel contagio”.

In questo contesto l’inattività diventa un ulteriore indice di disuguaglianza, le persone con più difficoltà economiche infatti hanno meno tempo libero e una difficoltà maggiore di accesso alle strutture ricreative, o vivono in ambienti che non supportano l’attività fisica. Una componente che non incide solo sulla salute psico-fisica ma costituisce a tutti gli effetti una sottrazione di diritti.

Lo sport soprattutto in questo momento rappresenta quindi il ritorno alla vita, non solo a livello simbolico, ma come reale e tangibile mezzo per tornare negli spazi della socialità. Oggi come non mai il nostro settore deve centrare il suo obiettivo più importante, creare momenti di condivisione, restituire relazioni di sostegno e sostenere tutta quella popolazione che da questa crisi è uscita ancora più in difficoltà dal
punto di vista socio-economico, fisico, emotivo e culturale.

OBIETTIVI

  • Diffondere i valori dello sport come strumento di inclusioneintegrazione e lotta ai comportamenti deviati;
  • ridurre il gender gap nello sport;
  • incrementare la partecipazione alla pratica sportiva da parte della popolazione maggiormente sedentaria e/o fragile;
  • incrementare le attività sportive socializzanti al fine di sfruttare l’aspetto sociale della pratica sportiva.

Il fine ultimo è quello di “contrastare, prevenire e ridurre sedentarietà, obesità, fattori di rischio per la salute, isolamento e disagio sociale” in riferimento ai vari target.

Il progetto si inserisce all’interno delle linee programmatiche per lo sport italiano attraverso il Valore Educativo e il Valore Sanitario.

Il progetto avrà una rilevanza nazionale svolgendosi nelle 20 regioni e in tutte le province, ed avrà una durata di 12 mesi. Intercetterà tutti i target previsti dal bando: bambini e adolescentigruppi socio-economici fragiliover 65donne.

Saranno organizzate attività di formazione dedicate ai tecnici, istruttori e dirigenti degli EPS e delle ASD/SSD affiliate, per permettere agli stessi di interagire con i target finali in maniera adeguata a seconda delle loro caratteristiche sia sociali che di età.