Se da un lato gli anni segnati dalla crisi pandemica hanno prodotto un’accelerazione sul piano della digitalizzazione e una modificazione radicale nel vivere il lavoro, dall’altro hanno restituito una istantanea del Paese, rendendo ancora più evidenti le urgenze e le fragilità del nostro tempo. Al centro di tutto questo processo il tempo sospeso, l’isolamento, la mancanza di relazioni. È ormai evidenziato dalle indagini post-pandemiche che le categorie che hanno subito una maggiore incidenza sul proprio benessere psicologico e fisico sono stati i bambini e gli adolescenti, le persone con disabilità (in particolare disabilità intellettiva e psichica), le donne (a causa del carico legato proprio alla cura dei familiari più fragili, alla famiglia e alla diminuzione del lavoro) e gli over 65 (a causa dell’isolamento come forma di protezione).
Secondo la ricerca “Impact of the Covid-19. Outbreak on the behavior of families in Italy, a focus on children and adolescents” pubblicata a febbraio 2021 dalla rivista scientifica “Frontiers in Pubblic healt” si sono verificati cambiamenti comportamentali nel 64,3% dei bambini al di sotto dei 6 anni (irritabilità, disturbi del sonno, irrequietezza, nel 72,5% dei bambini e adolescenti tra i 6 e i18 anni (disturbi somatici, disturbi del ritmo del sonno, instabilità emotiva e deflessione dell’umore).
Lo sport attraverso il contatto con i coetanei sostenuto da un adulto facilitante, l’istruttore, può giocare un ruolo importante nello stabilizzare i comportamenti, intervenire sul concetto di sé e aumentare autostima.
Anche se il focus su bambini e adolescenti è fondamentale perché per loro l’attività sportiva rappresenta a tutti gli effetti un processo evolutivo imprescindibili per lo sviluppo della personalità e per l’acquisizione di uno stile di vita sano e integrato corpo-mente, la pandemia ha evidenziato con chiarezza la centralità dello sport nel quotidiano delle persone, indipendentemente dall’età e dall’origine sociale. L’obbligata privazione della pratica sportiva ha ridotto notevolmente le opportunità di sviluppo personale e, quindi, evidenziato anche il valore educativo che lo sport è in grado di trasferire. Non è un caso se la pratica sportiva, fin dai primi anni di scuola, dà vantaggi educativi in termini di conoscenza, motivazione e capacità di oltrepassare i propri limiti.
Il PNRR prevede tra i suoi obiettivi l’aumento dell’aspettativa di vita in buona salute. Questo obiettivo deve essere declinato certamente con interventi di prevenzione che con particolare attenzione alle fasce di età più giovani, così come alle persone che hanno superato i 50 anni. È evidente, infatti, che l’interruzione dell’attività sportiva non avviene improvvisamente con il raggiungimento dei 65 anni ma è un lento e progressivo abbandono sui cui intervenire preventivamente.
Il concetto di salute può e deve essere inteso in maniera olistica, senza fermarsi all’aspettativa di vita o di vita in assenza di deficit funzionale, incentivando interventi per la valorizzazione della cosiddetta terza e quarta età, con una attenzione particolare all’invecchiamento attivo e su strategie che permettano di valorizzare la popolazione anziana come risorsa e non di gestirla semplicemente come onere.
“L’invecchiamento attivo è stato definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2002 come il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano. Numerosi studi internazionali testimoniano infatti il legame positivo esistente tra l’invecchiare in maniera attiva e i benefici sulla salute fisica e psicologica, inclusa la percezione di una maggiore qualità e soddisfazione della vita.” Dipartimento per le politiche della famiglia
Il progetto Be Active. Be Happy! nasce dalla convinzione che lo sport possa svolgere un ruolo socio-pedagogico ed educativo capace di far riscoprire l’attenzione al corpo, non come simbolo del “mantenersi in forma”, ma come parte fondamentale della persona intesa come organismo complessivo e integrato corpo-mente, costituito da vari sistemi profondamente interconnessi.