Di Michele Cioffi

Potresti ascoltarlo per ore l’Avv. Luca Morassutto, mai banale, sempre in focus ma soprattutto foriero di utili consigli e di tanta ma propria tanta energia.

Luca ben trovato, sarà una bellissima chiacchierata, lo sento!! Raccontaci un po’ di te e di come ti sei avvicinato alla tua passione per il Fitness.

Ciao Michele grazie per le tue parole, pronti a partire? Andiamo! Luca è un Avvocato di 49 anni specializzato in Diritto Penale e sportivo, quindi apparentemente da un mondo lontano da quello prettamente agonistico. In realtà ho un passato come praticante di buon livello di Judo, che ad un certo punto della sua vita, circa 11 anni fa, si appassiona ad una disciplina, quella del CROSSFIT che stava impazzando in USA e Nord America. Sono gli anni nei quali arriva anche in Italia, e lo fa in modo potente con l’introduzione di movimenti funzionali applicati allo spostamento di carichi in un mix perfetto di endurance, pesistica e survival. Nel frattempo si cominciano a svolgere dei circuiti, ma quello che salta subito all’occhio è la natura prettamente commerciale e da “show” del crossfit. Il Crossfit cioè diventa un brand commerciale che propone lifestyle sport e vivere sano ma senza un vero e proprio riconoscimento giuridico. In buona sostanza chi vince il Crossing Game può a tutti gli effetti essere giudicato Fitner dell’anno ma senza alcun riconoscimento sportivo. Accade poi, e da qui credo il tuo riferimento nel titolo dell’intervista, che da atleta appassionato di questa disciplina, subisco un infortunio che mi fa vedere le cose da un’altra prospettiva.. non sarei mai stato un grande atleta di crossfit, ma in una disciplina dove non c’erano fondamentalmente regole ben precise e soprattutto un organo giudicante delle stesse oltre che del proprio rispetto, mi sono detto..Perchè non diventare Giudice?

 

Luca è proprio così, a questo ho pensato nel momento di dare un titolo a questa intervista avendo un po’ studiato la tua storia.. raccontaci come prosegue questa bellissima intuizione di diventare Giudice.

Si caro Michele, è proprio così, da un evidente limite che era quello sportivo, ho capito che si potesse fare molto per questa disciplina da un punto di vista di regole, poiché nelle gare avevo spesso notato tanta conflittualità tra gli atleti proprio perché mancava un reale e oggettivo parametro di giudizio sia sui movimenti tecnici che sulle regole delle varie categorie di gara. Comincio ad arricchire il mio bagaglio culturale viaggiando, vedendo gare internazionali che mi permettono di capire davvero nel profondo quali fossero le reali esigenze di gara. Realizzo che andava formato un gruppo di lavoro, il Project Judging” che mi porta in brevissimo tempo ad essere un’eccellenza mondiale in brevissimo tempo in materia di giudice di crossfit. Partecipo come unico arbitro italiano accreditato a ben 8 Mondiali di cui 7 come Giudice e 1 come Volontario. Ma non finisce qui, la seconda rivoluzione Copernicana mi viene fornita dall’esigenza stessa degli atleti, che ben preso comprendono che il Crossfit sia solo un Brand Commerciale. Così a livello mondiale nasce la IFF3 con 60 Stati partecipanti e in Italia AFFI ITALIA, con il principio cardine che la Functional Fitness diventi una disciplina riconosciuta a livello sportivo e addirittura olimpica. Il rapporto tra Crossfit e IFF3 è in realtà ottimo, perché ognuno rimane nel proprio ambito di azione, la parte show per il crossfit e la parte agonistica per IFF3. In questo AFFI ITALIA è alla’avanguardia nel nostro Paese, poiché si batte per dare valore giuridico a IFF3. Vengono riuniti tutti gli eventi, ma soprattutto vengono scelti gli atleti che parteciperanno ai mondiali. AFFI non forma solo atleti di Functional Fitness, ma da loro anche un percorso sicuro che può portarli dritti alle competizioni internazionali più prestigiose come appunto i Mondiali.

 

Caro Luca sei davvero un esempio, per questo ti chiedo di condensare la tua esperienza in un messaggio di impatto forte per i giovani chi ci stanno leggendo. Ti ringrazio davvero per l’insegnamento e a presto.

Sono io che ringrazio te Michele, il Centro Nazionale Sportivo Libertas. La soddisfazione più grande è aver creato un percorso straordinario dal vero deserto. L’intuizione è aver fatto per primi quello che forse con il passare degli anno sarebbe sembrato evidente ai più. L’insegnamento è proprio nel riconoscere i propri limiti e volgerli alla propria realizzazione personale. E’ un percorso non semplice ma davvero ragazzi, spesso la chiusura di una porta può spalancarvi il portone della felicità personale.

Coordinatore Arte, Cultura e Spettacolo Libertas

 

 

 

 

 

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