Si è concluso oggi a Genova il 18° Trofeo Nazionale di Ju Jitsu in ricordo del maestro Gino Bianchi, colui che introdusse la dolce arte in Italia e nell’Europa intera. L’edizione numero 18, promossa dalla Regione Liguria con il Patrocinio del Comune di Genova e organizzata dalla ASD Tegliese in collaborazione con l’Associazione Italiana Ju Jitsu e Discipline Affini, si è svolta in due intense giornate, ieri e oggi, presso il Paladiamante di Via Felice Maritano 36.

Grande l’affluenza di pubblico che ha calorosamente supportato le 30 società in gara provenienti da ben 10 regioni italiane.

Sui tatami hanno gareggiato circa 350 atleti di tutte le età, compresi i bambini e di diverse categorie di peso.

La classifica generale delle società vede i primi tre posti conquistati rispettivamente dalle umbre Spazio Danza (156 punti) e Club la Dolce Arte (102 punti) seguite dalla laziale Shinken Shobukai (80 punti).

La storia della diffusione del Ju Jitsu in Italia è strettamente legata al M° Bianchi e risale al periodo della 2°Guerra Mondiale, quando il giovane Gino, già campione militare di Savate, era arruolato nella Marina da Guerra. Fu a Tien-Tsin in Cina che volle imparare, da elementi giapponesi, la “dolce arte” (derivazione del significato di Ju Jitsu cioè “arte della cedevolezza”) avendo constatato la maggiore efficacia e completezza di questa arte marziale.

La difficile opera di diffusione iniziò nell’immediato dopoguerra, una volta rientrato in Italia, dapprima con pochi allievi in un locale in via Ogerio Pane a Genova e poi sul finire degli anni ’40 nella palestra di Salita Famagosta, proseguendo senza sosta.

Si creò così un vero e proprio “Metodo Bianchi” più occidentale e comprensibile, una traduzione di tecniche dalle equivalenti giapponesi che vennero anche codificate. Sotto la sua guida gli atleti cercavano di ottenere la massima efficacia dalle tecniche apprese, in maniera veloce e realistica.

Leave A Comment