Nel nostro Paese la festa del 1° maggio venne soppressa nel 1925 e ripristinata nel 1945 anno in cui fu fondata la Libertas e celebrata la Liberazione (25 aprile). Alla vigilia del 1° maggio i sondaggi delle organizzazioni giovanili confermano una crescente disaffezione verso le istituzioni. Senso dello Stato e coscienza civica diventano personaggi pirandelliani in cerca di autore. I tradizionali capisaldi della rappresentanza sociale (partiti e sindacati) attraversano una fase magmatica di ridefinizione identitaria.
In uno scenario di precarizzazione ormai endemica emerge dalle grandi aree della sensibilità sociale una nuova imprenditoria giovanile che si autoreferenzia e si autogestisce autonomamente dal basso. E’ il privato sociale che opera fra le pieghe del territorio in assoluta aderenza alla pelle delle criticità. Percepisce e condivide un humus vitale di attese, rivendicazioni, speranze. Colma il gap fiduciario sempre più profondo fra i palazzi del potere ed il Paese reale. Gli operatori di base costituiscono la prima linea di un nuovo welfare che ascolta, interpreta e rappresenta.
“La società civile è composta da associazioni e movimenti – sostiene il sociologo tedesco Jurgen Habermas – che più o meno spontaneamente intercettano e intensificano la risonanza suscitata nelle sfere private dalle situazioni sociali problematiche per poi trasmettere questa risonanza amplificata alla sfera politica.”
La Libertas ritiene che la costruzione di una rete sociale pluritematica possa consentire nuove opportunità di lavoro per i giovani. Questo input ha ispirato il progetto “Network Turistico Libertas” che risponde alla domanda emergente di benessere psicofisico, di mobilità accessibile, di qualità della vita. Pertanto coniuga sport ecocompatibile, tutela ambientale, tradizioni culturali, valorizzazione del territorio. Intende offrire visibilità e cittadinanza al grande sommerso dei micro localismi sempre emarginati dai circuiti turistici elitari e mediatici.
In sostanza il progetto “Network Turistico Libertas” è una finestra conoscitiva sullo straordinario e variegato tessuto demo-etno-antropologico del nostro Paese. A queste motivazioni si aggiungono due componenti importanti: 1) occupazione diretta per quanti lavorano all’interno delle strutture del network ed occupazione indiretta per l’indotto attivato dal progetto; 2) sviluppo economico per l’incremento del PIL locale determinato dalla fruibilità del movimento turistico.
Enrico Fora – ufficiostampa@libertasnazionale.it