E’ rientrata dall’Africa la Spedizione frusinate al Monte Kilimanjaro che ha segnato l’ennesimo successo della Polisportiva Namastè, società da sempre esclusivamente Libertas che quest’anno ha compiuto il 32° anno e che ha centrato l’ambizioso obiettivo di portare tutta la squadra sulla vetta più alta dell’Africa, l’UHURU PEAK di quasi 6000 metri di altezza: ben 7 alpinisti su nove.
Con il Capo Spedizione Claudio Mastronicola, hanno raggiunto la vetta dell’Africa, gli alpinisti Libertas:
Berezyuk Oksana, unica donna del gruppo, Fanfarillo Paolo, Felaco Michele, Moretti Giuseppe, Palladino Gaetano (Stella Point) e Pugliese Luigi.
La spedizione laziale rappresentava anche la Città di Napoli, dove la conquista della vetta ha avuto una grande eco e si prepara ad accogliere e festeggiare gli alpinisti in una grande serata non appena saranno pronti tutti i materiali audiovisivi.
Meticolosa e dura la preparazione fisico-tecnica degli atleti Libertas durata ben 2 anni ed approntata dal Capo Spedizione Claudio Mastronicola (parte alpinistica) e dai Prof. Agostino Terranova e Francesca Pirri (parte atletica) , affiancata da un severo e scrupoloso monitoraggio medico presso il Centro di Medicina dello Sport e Cardiologia ELISIR di Frosinone.
Nei due anni di preparazione la squadra alpinistica ha scalato ben 10 montagne di 4000 metri della Alpi, dei gruppi del Monte Rosa, del Gran Paradiso e del Monte Bianco con performance atletiche davvero rilevanti; ricordiamo la salita integrale al Gran Paradiso da Pont direttamente in vetta e il concatenamento in giornata di ben 7 vette di 4000 m del Monte Rosa.
La spedizione partita il 25 dicembre 2015 da Roma è giunta ad Arusha in Tanzania, dove ha avuto degli incontri con le autorità locali per le autorizzazioni di rito e gli scambi dei gagliardetti.
I primi giorni sono stati necessari per la preparazione dei carichi, del materiale e degli approvvigionamenti a cura del capo spedizione che ha assegnato i carichi ai 30 portatori masai utilizzati. Il tempo meteo non ha facilitato la scalata; la pioggia e le bufere hanno infatti reso complicata l’ascensione e messo a dura prova la resistenza psico-fisica di tutti gli alpinisti. La via di salita utilizzata è la più bella ed impegnativa della montagna: la via Machame che inizia fra le piantagioni di banane e caffè a m.1815.
Sette giorni e circa 100 km per realizzare la salita e predisporre la delicata fase di acclimatazione ed evitare malori agli alpinisti. Cinque campi predisposti che hanno dovuto fronteggiare rigidissime temperature, giunte fino ai -25 gradi e venti pericolosi d’alta quota. Il 30 dicembre la spedizione frusinate si è anche resa protagonista di un soccorso in alta quota: a m.4150 un portatore della spedizione inglese, incautamente lasciato solo, si è gravemente infortunato e solo il sopraggiungere dei laziali ha permesso di salvargli la vita con un pronto soccorso e la somministrazione di farmaci. Successivamente è stato organizzato il trasporto del ferito all’Ospedale di Arusha. Gli alpinisti hanno conquistato la cima alle ore 6.45 (locali) del 01 gennaio 2016.
Il Capo spedizione ha letto un messaggio di pace a tutti i popoli del mondo da parte della nostra terra.
Sulla cima, a causa del forte vento e del freddo intensissimo (-25°) gli alpinisti namastini hanno stazionato brevemente, giusto il tempo di godersi l’indimenticabile panorama sull’Africa ed esporre le bandiere rappresentate: Libertas Nazionale, Provincia di Frosinone, Comuni di Frosinone, Alatri, Isola del Liri e Monte di Procida. Una gioia immensa per tutti gli alpinisti, quella di poter leggere lo storico cartello della cima che recita: “Congratulations-You are now at Uhuru Peak, Africa higest point”.
Un successo di tutta la LIBERTAS.
Ma questo progetto non era solo alpinismo e sport ma anche solidarietà; grazie agli sponsor della spedizione è stato consegnato materiale didattico a delle scuole elementari di Moshi ed Arusha.
Anche questo è un grande merito del nostro movimento sportivo.
Per ulteriori informazioni www.himalayaplanet.it