“Ognuno sta solo sul cuore della terra trafitto da un raggio di sole” declama un celebre esponente dell’ermetismo. Ma Suheila, migrante siriana fuggita dalla guerra, ha perso il suo unico raggio di sole. Lo stringeva ormai cianotico, spirato fra le sue braccia in un desolante neorealismo pasoliniano. Il piccolo Amid, imbarcato febbricitante sul gommone della speranza, esalava l’ultimo respiro fra le onde limacciose circondato da occhi atterriti.

Gli eroici volontari di Lampedusa accoglievano Suheila inebetita dalla tragedia. Stringeva Amid esanime, lo invocava con urla strazianti che graffiavano la coscienza dell’Europa. Non cedeva il corpo di Amid alle braccia pietose dei soccorritori. Non intendeva recidere quel cordone ombelicale fra la vita e la morte. Il dramma di Suheila – come l’urlo di Edvard Munch – trafigge il cuore dell’immaginario collettivo.

Una storia emblematica replicata all’infinito per le donne che affrontano un periglioso esodo biblico dalle coste nordafricane verso il presunto eldorado dell’Europa. Donne migranti in prima linea e donne storicamente legittimate dalla pellicola “Suffragette” della regista Sarah Gavron che giunge nelle sale cinematografiche nell’imminenza dell’8 marzo e dell’anniversario (70 anni) del primo voto delle donne in Italia.

Era il 10 marzo 1946 quando le donne italiane si recarono per la prima volta ai seggi delle elezioni amministrative a seguito del decreto legislativo emanato il 31 gennaio 1945. L’on. Alcide De Gasperi, fondatore della Libertas, era il Presidente del Consiglio dei Ministri dal 1945 al 1953.

Memore di questa conquista civile per l’emancipazione delle donne la Libertas persegue il suo impegno sulla linea della coerenza e della continuità. Pertanto dedica l’8 marzo al coraggio ed all’abnegazione delle donne migranti – strappate dalla terra natia e dalle radici etnoculturali – che sfidano l’immane olocausto in atto tutti i giorni nel Mediterraneo.

 

Enrico Fora – ufficiostampa@libertasnazionale.it

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