Isole disperate nell’oceano della solitudine, travolte dallo tsunami devastante di patologie in allarmante espansione (anoressia, bulimia, obesità). Sono le protagoniste del libro-denuncia “Donne invisibili” che la scrittrice belga Fabiola De Clercq lancia contro il vorace cannibalismo sociale: un sistema perverso che inaridisce le relazioni e ghettizza le figure più vulnerabili. E’ un grande sommerso che annaspa fra le latitanze endemiche delle istituzioni ed il vittimismo angosciante delle famiglie. Soprattutto per le adolescenti il problema non è la richiesta o il rifiuto del cibo, ma una famelica necessità di dialogo e di attenzione.
Inoltre questa società edonistica – che enfatizza il corpo scultoreo di prassitelica memoria – impone canoni omologanti con conseguenti devianze di identificazione e di proiezione. I soggetti psicolabili- che non riescono ad esserecompetitivi – si sentono discriminati e frustrati.
L’urlo di Edvard Munch è l’icona di un disagio profondo. “Apparire” invece di “essere” è il leitmotiv della nostra contemporaneità che produce modelli da emulare non sempre edificanti e che smarrisce i valori della vita, il suono della parola ed il calore del sentimento. Silenzio, solitudine, autoesclusione sono i primi passi nel baratro dell’alienazione verso una deriva talvolta senza ritorno. Spesso le famiglie non sono pronte ad affrontare l’emergenza e vivono fatalisticamente la patologia come u n’espiazione karmica.
Alla luce di queste motivazioni la Libertas dedica l’8 marzo alle “donne invisibili” per sensibilizzare le istituzioni ed i media su un fenomeno in crescita esponenziale. E’ un’eutanasia sociale che rivendica casse di risonanza ed interventi impellenti. Le società sportive della Libertas sono sollecitate ad operare strettamente su tutto il territorio nazionale con le grandi centrali educative del nostro Paese (scuola e famiglia).
“Lo sport per tutti con le sue formidabili valenz e educative, formative, inclusive – dichiara il Presidente Nazionale della Libertas Luigi Musacchia – può rappresentare un antidoto valoriale ed aprire un dialogo di sostegno con le famiglie in difficoltà. Condividere, partecipare, coinvolgere: è la mission del nostro sport solidale per migliorare la qualità della vita e per accendere una luce di speranza nel tunnel della disperazione.”
Enrico Fora
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