- 12 Settembre 2018
- di: Luca Di Gregorio
- Categoria: Comunicati, In Evidenza

Dal seminario di formazione civile che si è svolto a Lucca, alla Villa del Seminario di Arliano, dal 7 al 9 settembre, arriva un decalogo per porre un freno a odio, fake news, rancore ed egoismo sociale, accrescendo la comunicazione del volontariato e la cultura della solidarietà.
L’iniziativa, dal titolo “Vox populi – per una pedagogia del bene e un rimedio al rancore”, – organizzata dal Centro Nazionale per il Volontariato e dalla Fondazione Volontariato e Partecipazione – ha tracciato il profilo di una società in cui i valori positivi si stanno progressivamente perdendo. Ma è in questo scenario inquietante che i relatori sono riusciti a sciorinare spunti di speranza e possibilità.
In un contesto in cui si registra una preoccupante perdita di fiducia anche nei confronti del volontariato, occorre correggere il tiro della comunicazione per avvicinare i più giovani al mondo della solidarietà. E’ necessario instaurare con loro una relazione credibile e attraente, utilizzare un linguaggio sincero e diretto. Da un lato, quindi, è essenziale comunicare di più, e meglio; dall’altro bisogna lavorare in maniera più incisiva.
Dai dialoghi con i relatori che hanno animato le sessioni (il presidente del Cnv Pier Giorgio Licheri, Mons. Gastone Simoni, Il giornalista di Avennire Paolo Lambruschi, Francesco Marsico di Caritas Italiana, lo scrittore Fabrizio Silei, il sociologo Ivo Lizzola, Mariano Galizia di Csa, il giornalista Gianluca Testa, il giurista Leonardo Bianchi, il direttore del Cesvot Paolo Balli) ne è nata la seguente guida in dieci punti che il Cnv vuole condividere con tutto il terzo settore.
1. Non fare di più, ma fare meglio
Frammentazioni, steccati, gelosie e individualismi non sono più concessi. La credibilità inizia dalla qualità dell’agire: più collaborazione, più lavoro di rete e maggiore coordinamento per leggere i bisogni della società.
2. Coerenza fra apparire ed essere
I volontari sono orientati da valori costituzionali, valori positivi e importanti: anche nella loro comunicazione di tutti i giorni devono essere coerenti con questi valori.
3. Respingere il falso
I volontari sono persone come tutte le altre, ma hanno in mano la responsabilità di generare comunicazione associativa e personale pulita e costruttiva, non prestando il fianco a falsità, disinformazione, ambiguità e luoghi comuni.
4. Prevenire il discredito
Per uno che sbaglia paga la reputazione di tutti: con la sua forte connotazione etica il volontariato è vittima del clima di ostilità e sfiducia in modo ancora più forte. Una comunicazione costante e continuativa può generare gli anticorpi per non essere vittime di errori altrui.
5. Meno presidenti, più presenti
Fare volontariato è agire insieme: una comunicazione personalistica di presidenti e leader mette in secondo piano l’azione collettiva e il senso della servizio che si fa. Serve più concretezza e meno personalismo.
6. Semplicità e immediatezza
Comunicazione pulita, messaggi chiari, semplici e limpidi favoriscono l’accesso dell’opinione pubblica alle attività del volontariato e magari anche l’ingresso dentro le associazioni. Comunicare in modo più semplice e diretto è la chiave del cambiamento.
7. Più comunità e più community
Crescono le associazioni, diminuiscono i volontari: non siamo capaci di parlare ad una voce sola? L’entusiasmo, alla base della viralità e della credibilità, nasce dal gioco di squadra e dalla capacità di costruire comunità di sostegno intorno.
8. Più ironia e storie positive
Le storie sono la risorsa più grande del volontariato: comunicarle più e meglio e con impatto positivo è la chiave per generare empatia e partecipazione. Con tutti gli ingredienti necessari allo storytelling di qualità (ironia, emozione, fiducia, multimedialità, etc. ).
9. Popolare di bene i social media
Luoghi di influenza della cultura sociale, i social sono anche i luoghi in cui praticare -e non solo predicare- i valori del volontariato: non avere paura ed essere presenti su più piattaforme, condividendo tutta la comunicazione positiva che viene generata.
10. Più formazione, più capacità
Con nuovi e vecchi volontari costruire momenti di formazione e autoformazione sull’identità associativa, la sua storia, i suoi linguaggi, i suoi valori. Per trovare forme di comunicazione all’esterno condivise ed efficaci.