Lo sport come “farmaco” per la felicità

E’ da poco terminato settembre e la Libertas è pronta a ripartire. Siamo vicini alla settantaquattresima stagione della nostra gloriosa storia. Una storia di valori, traguardi e cambiamenti. Una storia di sport.

Dopo un periodo estivo di riposo per alcuni, di riflessioni per altri, e chiaramente di attività sportiva per gran parte delle nostre infaticabili associazioni, la “nave” Libertas è pronta a salpare ancora una volta per una nuova pagina da scrivere insieme. Armandoci di ogni strumento necessario, punteremo a nuovi orizzonti, mantenendo però la rotta che da decenni traccia il nostro percorso: quella della promozione sportiva e sociale.

Innanzitutto, però, è necessario aggiornarsi costantemente, informarci e informare, e infine fissare degli obiettivi.

I risultati recentemente presentati dall’Organizzazione mondiale della sanità, ad esempio, non sono del tutto confortanti. Uno dei punti più interessanti riguarda l’aspettativa di vita maschile. Al netto della differenza tra una nazione europea e un’altra, la media passa da un minimo di 64 anni a un massimo di 81. La variazione di 17 anni è significativa, vero, ad ogni modo un dato può tristemente accomunare tutti i paesi del Vecchio continente: per gli uomini tra i 30 e i 59 anni le principali cause di decesso sono le malattie cardiovascolari, il diabete, il cancro e le malattie respiratorie. Il recente rapporto diffuso dall’Oms, dunque, da un lato evidenzia la crescita dell’aspettativa di vita, dall’altro fa emergere delle significative problematiche legate al tabagismo e all’obesità. In merito, secondo le raccomandazioni dell’OMS, le persone di età compresa tra i 18 ed i 64 anni dovrebbero dedicare almeno 150 minuti a settimana ad attività fisiche leggere o almeno 75 minuti di esercizi intensi.

Per quanto riguarda l’Italia, particolarmente allarmanti sono le statistiche riguardanti gli adolescenti. Mentre il numero di fumatori adulti è diminuito, attestando lo Stivale lievemente al di sotto della media europea, il numero di giovani tabagisti risulta tra i più elevati.

Oltre al fumo, responsabile di circa 1 milione di morti in Europa solo nel 2016, stando ai dati forniti dall’Oms, a deteriorare la nostra salute è anche l’alimentazione scorretta. L’eccessivo consumo di sodio, un regime carente di frutta e verdura, e l’abuso di alcol rappresentano la causa di diverse patologie.

Analizzando i dati si evince quanto sia impellente elaborare una nuova strategia – attuale e completa – per affrontare le criticità evidenziate.

Cosa può fare un Ente come il nostro per rispondere a determinate esigenze? Formare, educare e soprattutto promuovere sport.

L’attività motoria, infatti, può giocare un ruolo importante, soprattutto in età adolescenziale. Secondo uno studio condotto dall’Università di Bristol e recentemente pubblicato su Plos Medicine, ad esempio, i giovani che trascorrono più tempo in movimento hanno un profilo metabolico sano. Esaminando l’attività fisica in tre diverse occasioni – 12, 14 e 15 anni – l’analisi ha confrontato la pressione sanguigna, la presenza di lipidi nel sangue, i fattori glicemici e i marcatori infiammatori. Il risultato non lascia spazio a diverse interpretazioni: un’attività sportiva totale più elevata corrisponde a libelli metabolici positivi.

Oltre all’aspetto biologico, uno degli effetti della attività fisica sul cervello è la produzione di endorfine, vale a dire quelle sostanze chimiche che agiscono da neurotrasmettitori e che hanno la funzione di ridurre il dolore fisico e di generare una sensazione di felicità.

Inoltre è provato come la pratica motoria incida significativamente sui livelli di stress. Da una parte aiuta a distrarre, riducendo gli stati d’allerta e l’ansia. Dall’altra, il carattere ricreativo dell’attività fisica consente di scaricare le tensioni emotive.

Dobbiamo concepire lo sport come un “farmaco” la cui efficacia è riscontrabile ad ogni età. A beneficiarne, infatti, sono anche le nostre abilità cognitive. La costante pratica motoria aumenta le varie sostanze chimiche nel cervello che evitano la degenerazione di alcuni neuroni dell’ippocampo. In altre parole, l’attività fisica contribuisce a garantire il corretto funzionamento del cervello nonostante il passare degli anni.

La missione della Libertas, in qualità di Ente di Promozione Sportiva, consisterà – in maniera sempre più efficace e capillare – nel sensibilizzare, informare e formare l’immaginario collettivo, in particolare le nuove generazioni, su stili di vita più consapevoli. Occorre responsabilizzare le centrali educative del nostro Paese (scuola, sport e famiglia) al fine di prevenire patologie sociali in costante espansione.

Solo sintonizzando l’attività motoria a una educazione alla salute realizzeremmo un completo servizio sociale fondato sulla prevenzione, al fine di migliorare la qualità della vita e ridurre i costi esorbitanti delle famiglie che incidono pesantemente sul Piano Sanitario Nazionale.

Con la consapevolezza che non è mai troppo tardi per godere dei benefici dell’attività fisica. E con l’obiettivo – ben chiaro – di abbattere le barriere che rendono lo sport meno accessibile.



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